Relazione critica intorno all'opera "Il quadro parlante" del maestro Bacchini
Una delle questioni che vengono alla mente udendo il Quadro Parlante, o meglio leggendone il libretto, è al solito quella che cade opportuna presso
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sopraccaricare le tinte, dando, poi che non c’è altro di meglio, uno svolgimento più largo al colorito istrumentale: ma allora c’è il caso di cader nel
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, come non è già copia quel fare un po’ noto che si rivela nelle strette: più che imitazioni o copie, noi le chiamammo già filiazioni, o meglio ancora
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’ motivi melodici e degli involucri strumentali, ci pare dipinga la condizione scenica con tinte vivissime. Certo è che, meglio che di giovane inesperto, lo
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, benchè disparati, in un tutto meglio che possono omogeneo, onde nacque e s’intitolò il sistema eclettico, abbiamo larghi e variatissimi esempj
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, privi dell’idea melodica propriamente detta, ch’essi in generale supplantano col filo tenuissimo d’una frase o meglio d’un periodo musicale, cento
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che avesse l’opera sua, direbbe volentieri che imita; chi pure, spoglio di qualsivoglia incertezza, sentenzierebbe con ardita parola che copia meglio
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Accademia della crusca
